La Fondazione Rui e l’Università Campus Bio-Medico di Roma hanno inaugurato il programma JUMP, un progetto che unisce università, imprese e società civile con l’obiettivo di accompagnare gli studenti nella scoperta del talento e nella crescita personale.
Il tema dell’incontro, “L’uomo al centro della formazione nell’era dell’intelligenza artificiale”, ha stimolato una riflessione profonda sul rapporto tra innovazione tecnologica, responsabilità personale e umanità nella formazione.
Il rettore dell’ateneo, Rocco Papalia, ha introdotto l’evento sottolineando come l’intelligenza artificiale rappresenti oggi una vera infrastruttura culturale, capace di trasformare il modo in cui viviamo e lavoriamo. “Non temete la tecnologia, ma la mancanza di visione”, ha ammonito, invitando i giovani ad assumere un ruolo attivo e a diventare persone capaci di lasciare un’impronta.
Durante l’incontro, la senatrice della Repubblica Paola Gallone ha presentato JUMP come un’alleanza in cui cuore e mente si integrano nell’uso delle nuove tecnologie. “L’intelligenza artificiale genera ciò che noi, con la nostra intelligenza, creiamo”, ha evidenziato, sottolineando la responsabilità collettiva che deriva dal progresso tecnologico.
Giuseppe Ghini, presidente della Fondazione Rui, ha ricordato le origini del progetto, nato nel 2014-15, e ha insistito sull’importanza di affrontare la rivoluzione dell’IA con spirito critico e prospettiva umanistica, spiegando che la verità si costruisce attraverso il dialogo e il confronto tra discipline e persone.
Da un punto di vista più filosofico e formativo, Maria Chiara Carrozza, Fisica ed ex Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha discusso il realismo scientifico e la differenza tra mondo reale e mondo virtuale. Citando Galileo e Hegel, ha avvertito che senza la “fatica del concetto” si rischia di perdere la profondità del pensiero e l’autenticità dell’apprendimento.
Sul fronte industriale, Simone Ungaro, Co-General Manager Strategy & Innovation del Gruppo Leonardo, ha mostrato come la tecnologia possa servire l’uomo, ma ha ricordato che la decisione ultima deve restare umana. “La guerra è stata inventata da noi, non dai robot”, ha sottolineato, richiamando alla responsabilità nell’uso della tecnologia.
Infine, Andrea Maccarini, Professore Ordinario di Sociologia presso l’Università di Padova, ha invitato a riflettere sul tipo di relazione che instauriamo con le macchine: affidare all’IA funzioni di cura e relazione può farci perdere capacità umane essenziali.
Durante la cerimonia, alcune delle residenti della Residenza Universitaria Celimontano hanno ricevuto il diploma JUMP, a riconoscimento del percorso di crescita personale e formativa svolto nel corso dell’anno. Un momento di celebrazione che ha sottolineato come la formazione non sia soltanto trasmissione di conoscenze, ma anche un cammino di consapevolezza e responsabilità.
Per la Residenza Rui Celimontano, la giornata rappresenta un’occasione preziosa per interrogarsi su come tecnica e umanità, conoscenza e coscienza possano integrarsi. Come ha ricordato il rettore Papalia, il vero rischio non è la tecnologia, ma la mancanza di visione.
A cura di Alessia Hilea Murabito












